IO, MIA SORELLA MODY E UN FAX. FU COSI’ CHE NACQUE HI-PERFORMANCE

La storia racconta che l’avventura di Hi-Performance sia iniziata con un fax da 290 mila lire. Ci svelate questa curiosità?

Nello: Era il 1996. Io e Mody eravamo due ragazzi con un grande sogno, ma senza capitali. Abbiamo iniziato questa avventura investendo il minimo indispensabile, 290 mila lire, per l’acquisto di un fax: era così che potevano arrivarci i moduli d’iscrizione per il corso di Anthony Robbins!
Avevamo organizzato “l’ufficio” nella camera da letto dell’appartamento in cui vivevo a Milano… sorrido ancora quando penso che uno dei nostri clienti di allora ci propose l’acquisto di un palazzo intero in centro, immaginando che la nostra fosse la filiale italiana dell’azienda di
Robbins!

Quando credi davvero in un’idea, la mancanza di capitali è un ostacolo che riesci a superare, se sei determinato, lungimirante e hai il coraggio di osare.

Mody: E poi alla nostra vision e alla determinazione si sono sempre accompagnati pragmatismo e concretezza. Abbiamo sempre dato grande importanza ai ‘numeri’, alla gestione oculata delle entrate e delle uscite. Sognavamo, ma controllavamo anche il bilancio.

 

Parlando di formazione ma applicandola al suo caso, Mody, qual è stato il percorso,
di studio o lavorativo, che l’ha avvicinata a questo settore?

Mody: Dopo la laurea in Marketing in Bocconi, è stato mio fratello Nello ad avvicinarmi al mondo della formazione, vista la profonda passione che nutriva per questa attività fin da quando aveva 16 anni. Dopo aver frequentato e promosso corsi di memoria e lettura rapida, nel 1996 partecipa al corso di Robbins a Bruxelles e gli si presenta l’opportunità di promuovere il corso in Italia: decide di coinvolgere anche me, e mi propone di collaborare al progetto… è così che è nata Hi-Performance.

 

Anthony Robbins, John Gray, Deepak Chopra, Roy Martina, Jack Canfield: i protagonisti dei programmi Hi-Performance sono tutti nomi prestigiosi.Ma qual è ilsegreto di una formazione di successo?

Nello: La chiave del successo sono i risultati.
Proponiamo solo programmi formativi che permettano di raggiungere traguardi di successo.

E ovviamente scegliamo formatori che credono in ciò che insegnano, e che sono i primi a ottenere benefici dalle strategie che propongono. È fondamentale che ci sia congruenza tra i concetti esposti e chi li espone: se il formatore viene percepito come “autentico”, ossia come persona che ha messo in pratica i princìpi di cui parla e li ha fatti propri, l’aula avrà fiducia in quello che ascolta e che apprende, passerà all’azione e otterrà a sua volta dei  risultati.

 

Hi-Performance in numeri: qualche dato?

Mody: A oggi, dopo 20 anni di attività, abbiamo all’attivo più di 650 seminari e circa 50 mila clienti.

Una delle nostre più grandi soddisfazioni è stata sicuramente quella di aver organizzato in Italia 3 edizioni del corso Sprigiona il potere che è in te con Tony Robbins.

 

Tra tutti gli eventi realizzati, qual è quello che ricordate con più piacere?

Mody: Sicuramente il 25 settembre 2009, quando Robbins arriva per la prima volta a Roma. Dopo un lavoro preparatorio durato quasi un anno, vedere entrare 5 mila persone in aula è stata un’emozione incredibile! Sono particolarmente legata anche all’evento del 2003, a Ginevra, con Deepak Chopra, (medico ayurvedico, è autore di 42 best-seller sul benessere psicofisico).

Lo abbiamo preparato in soli tre giorni, perché l’organizzatore all’ultimo momento aveva avuto dei problemi di gestione; siamo intervenuti con un’azione “last minute” per consentire la partecipazione a chi aveva già acquistato i biglietti. È stata un’esperienza significativa per la crescita di Hi-Performance, perché, se da un lato ci sono state spese impreviste, dall’altro ci è stata data l’opportunità di conoscere di persona Deepak e, grazie a questo incontro, nel 2005 è nato un corso con lui a Roma a cui hanno partecipato 600 persone.

In un momento di crisi abbiamo quindi individuato l’opportunità, che ci ha reso per la prima volta organizzatori, oltre che promotori, di un corso internazionale.

 

Motivazione, crescita personale, time management ma anche benessere del corpo e
della mente e gestione delle emozioni: perché avete scelto di ampliare il vostro
raggio d’azione rispetto alla formazione, diciamo, “più tradizionale”?

Nello: La formazione che proponiamo punta sulla persona prima ancora che sulla professione. Si basa cioè sul presupposto che la crescita professionale non può prescindere dall’evoluzione personale. I risultati professionali, infatti, sono fortemente influenzati dall’atteggiamento
mentale e dalle convinzioni che si hanno. Pensiamo a frasi come «Non si può creare un’azienda senza capitali» oppure «I posti di lavoro di un certo valore vanno sempre ai raccomandati»: l’impatto di questi pensieri sulle performance sarà “limitante o potenziante”? I risultati sul
lavoro sono condizionati dalla serenità che si vive con se stessi e con gli altri. Ecco perché i nostri corsi propongono strumenti a 360 gradi che consentono di crescere sia come persone sia come professionisti.

 

In che modo e perché avete cominciato a rivolgervi anche ai venditori?

Nello: Da sempre imprenditori e venditori sono il nostro target naturale, perché si tratta di persone che, dato il loro ruolo, sono portate al coraggio, a mettersi in discussione, possiedono una mentalità aperta al cambiamento e alla crescita personale, e sono sempre pronte ad
andare oltre la “zona di comfort”.

Tra di loro abbiamo incontrato anche degli scettici; ma poi il passaparola, frutto dei risultati conseguiti da migliaia di persone grazie alla formazione personale, ha annullato nel tempo ogni resistenza.

 

La formazione è per voi non solo una professione ma anche una passione, che vi porta a sperimentare personalmente i metodi proposti dai trainer. Come si può appassionare un venditore alla formazione?

Nello: Sperimentare è nell’anima di Hi-Performance.
Io e Mody frequentiamo ogni corso che poi proponiamo al nostro pubblico, per verificare se produce frutti concreti e misurabili. Da venditore e imprenditore so bene che chi opera nel settore commerciale ama concretezza e immediatezza e guarda al risultato. Il venditore è una
persona curiosa, mossa dal desiderio di migliorare la propria condizione sociale/economica, e affascinata da un insegnamento che punti all’azione e che permetta di ottenere risultati tangibili. Nei risultati delle strategie apprende che il venditore trova lo stimolo per appassionarsi sempre di più alla formazione.

Le tecniche che facilitano l’approccio al cliente e la chiusura della trattativa, quelle che permettono di gestire al meglio i “no” e le obiezioni, e
quelle che generano fiducia e creano relazione, producono un aumento dei guadagni, del fatturato, e attirano di conseguenza l’attenzione del venditore.

 

Quanto conta nel successo il talento? Qual è il rapporto tra talento e formazione?
Mody: C’è una frase che mi ha colpita, secondo cui la fortuna non esiste, esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità. Io ne sono convinta: bisogna coltivare il proprio talento e saper cogliere le opportunità che ci si presentano: questo crea situazioni straordinarie che portano al successo.

Spesso sento dire che “venditori si nasce”, che la capacità di comunicare è una cosa innata, un’arte che permette di ottenere risultati anche solo improvvisando. In base alla mia esperienza penso invece che il talento, anche quando è innato, sia un’abilità da coltivare, da affinare con costanza, grazie all’impiego di strumenti che consentono di trasformare quell’arte in scienza, ossia in un metodo, sperimentato e comprovato, capace di produrre effetti concreti.

 

Mody, come imprenditrice e mamma, lei è un esempio di grande iniziativa femminile.
Le donne riescono a conciliare famiglia e lavoro?
Mi reputo una donna privilegiata perché ho avuto possibilità di tenere i miei bambini con me in ufficio dove ho allestito uno spazio “baby friendly”.

Il supporto del mio socio e del mio team di collaboratori è stato essenziale, e ha permesso l’integrazione tra lavoro e ruolo di mamma.
Non a tutte le donne è consentito, ed è difficile. D’altra parte, da imprenditrice capisco anche l’esigenza di un’azienda – soprattutto di una piccola realtà – di poter contare sui membri del proprio team.

E come imprenditrice mamma vorrei consigliare alle donne di fare un patto con la propria azienda, svincolato da orari rigidi o da una presenza fissa in ufficio, ma basato sul produrre risultati. La tecnologia aiuta molto, si può lavorare da remoto, senza incidere sulle performance. Però poi, una volta che si prende un impegno, è fondamentale portarlo a termine, cascasse il mondo!