Come cominciò la mia avventura con Tony Robbins

Parlando con il mio Team qualche giorno fa, mi sono reso conto che sono trascorsi oltre 20 anni da quando ho preso la decisione più importante della mia vita:
quella che mi ha permesso di realizzare il sogno di diventare imprenditore nel campo della formazione, e organizzare centinaia di corsi con persone e professionisti che come te non si accontentano di risultati ‘nella media’ e vogliono portare la propria vita ad un nuovo entusiasmante livello.Come puoi immaginare vedendo la foto che mi ritrae insieme a Tony Robbins, la decisione più importante della mia vita è stata quella di partecipare al suo corso di potenziamento personale più imitato al mondo: Sprigiona il potere che è in te.
E’ un lunedi mattina del Maggio ‘96, quando leggo sull’inserto di Repubblica ‘Affari e Finanza’ un annuncio pubblicitario la cui frase cattura la mia attenzione: ‘Sei pronto a vivere il weekend più straordinario della tua vita?’

L’annuncio è sul corso che Tony avrebbe tenuto da lì a poco a Bruxelles.

Mi brillano gli occhi.

Robbins è il mio mentore, il mio mito, un modello vincente da replicare nella mia vita, che inizio a conoscere qualche anno prima leggendo il suo libro ‘Come ottenere il meglio da sé e dagli altri’.

Non posso fare a meno di chiamare il numero indicato sul giornale per chiedere info sul corso: posso finalmente incontrarlo di persona e allenarmi con lui sui miei obiettivi, per realizzare i miei sogni.

Tuttavia, il mio entusiasmo avrebbe avuto vita breve..

La società olandese che allora organizzava il corso mi comunica la quota di investimento, e impallidisco: sono 3 milioni di lire (circa 1.500 euro oggi), contando il corso e le spese di viaggio e hotel. 3 Milioni!

Il mio istinto mi dice che non posso rinunciarci e cerco quindi conferma che sia la decisione giusta tra le persone intorno a me: gli amici, mia sorella, le persone più care insomma.

Da anni li stresso parlando di Tony e ora non posso che condividere con loro il mio entusiasmo, chiedere cosa ne pensano e proporre di seguirmi in questa esperienza.

Non l’avessi mai fatto: uno alla volta, tutti si defilano.

Resto solo: io e la mia scelta se partecipare o no, se è la cosa giusta … o no.

Non è la prima volta che vivo una situazione simile.

Io che voglio fare una cosa, e tutto il mondo intorno a me che non mi incoraggia, che non mi dà nessun tipo di approvazione.

Permettimi di fare un passo indietro e di raccontarti a cosa mi riferisco, è anche questo che ha reso la mia decisione di oltre 20 anni fa così importante.

Anni ’80. San Sebastiano al Vesuvio, un piccolo paese con meno di 10.000 abitanti in provincia di Napoli. Non è certo quello che si può definire ‘un paese con la mentalità aperta’.

Ho 17 anni e per l’ennesima volta mi scontro con mio padre.
Io: ‘Papà voglio fare l’imprenditore. Voglio aprire un negozio di telefonia

e creare reti commerciali in tutta Italia. Ho grandi cose in mente!’

Mio padre Carlo (in napoletano): ‘Tu si fatt’ tutt’ stuort’ (sei fatto tutto storto). Ma che ti metti a pensare a sti progetti: rischi solo di perdere soldi e restare col sedere per terra. Pensa solo a studiare, a laurearti: senza quel pezzo di carta dove pensi di arrivare???’

I miei sogni sono completamente fuori dai suoi schemi, da quello che lui vuole per me. A me non frega di laurearmi, ho altri obiettivi per la mia vita, sogni diversi dai suoi.

Probabilmente anche tu hai vissuto, o stai vivendo, situazioni simili:
hai grandi progetti, grandi ambizioni, ma le persone care intorno a te ti bloccano dicendoti ‘Chi te la fa fare?’ e magari ti prendono anche per matto. E questo alimenta quella vocina critica dentro di te che non ti fa passare all’azione e contribuisce a lasciare a metà ciò che vorresti davvero realizzare.

Ecco, ora puoi capire meglio perché – se da una parte volevo andare da Tony per apprendere le strategie dei ‘grandi’, quelle che mi avrebbero aiutato a realizzare i miei sogni fino in fondo –  dall’altra mi sentivo bloccato ed ero tentato di ascoltare quella vocina che mi diceva ‘non farlo! Non ci credere! I sogni sono solo sogni e non ti basta un week-end per trasformarli in realtà’.

Sarà una cosa seria? – mi chiedevo

Questi signori esisteranno davvero?

(non c’era mica Internet, allora, che potevo verificare l’attendibilità della società che organizzava il corso)

Quello che Tony insegna funzionerà su di me?

Ho già fatto dei corsi ma non mi hanno ‘lasciato’ molto: sarà così anche stavolta?

Per farla breve, ero sul punto di rinunciare.

Poi ad un certo punto: la scintilla …

quella che scoppia anche solo con un pretesto, quando vuoi veramente qualcosa, quando ci tieni davvero a dare una svolta alla tua vita,
e a fare la differenza.

Uno dei miei colleghi di allora più cari, Claudio Vittori, pochi giorni dopo aver letto l’annuncio su Robbins, mi dice:
Ti ammiro per il tuo coraggio, per la tua determinazione: tu sai ciò che vuoi e cosa ti serve per raggiungere i tuoi obiettivi.

Gli sarò sempre grato per quell’attestato di stima, perché ha contribuito a farmi decidere di partecipare al corso con Tony, e a farmi realizzare ciò che oggi ho.

Ritornando alla mia storia … nonostante un forte conflitto interiore, decido di ascoltare il mio istinto e di fregarmene di quelle vocine malefiche.

Avrei partecipato da solo. Nonostante il parere contrario delle persone intorno a me. Incontrare Tony è più importante per ME, per il mio futuro.

In ogni caso, resta un inconveniente

…per formarmi con Tony avrei dovuto sborsare 3 milioni di lire, che cifra.

In quel momento della mia vita professionale non me la passavo male, tuttavia 3 milioni erano un bell’impegno …anche perché non ce li avevo tutti a disposizione.

La mia mente si mette in modalità ‘ricerca di una soluzione’. Vado in banca e chiedo un prestito.

Ricordo ancora le parole del funzionario della Banca Commerciale di Milano:

I soldi per cosa le servono? Una macchina? Un Pc?

Quando spiego il vero motivo, che il prestito mi serve per partecipare al corso con Tony Robbins, mi guarda come se fossi pazzo (e in effetti un po’ lo ero davvero).
Tuttavia, sarà stata la mia capacità di persuasione, o l’essere visto profondamente coinvolto e determinato … riesco ad ottenere il prestito.

Ed eccomi finalmente a Bruxelles, nella struttura che avrebbe ospitato i 4 giorni con Robbins.

Sono un po’ frastornato, non so cosa aspettarmi.

So solo che, nonostante lavorassi in quel momento in un’azienda milanese che mi dava delle soddisfazioni, anche a livello economico, non è quello ciò che voglio per la mia vita, per il mio futuro.

Quello che voglio veramente è diventare un imprenditore, e voglio esserlo proprio nel settore della formazione, perché ‘mastico’ di sviluppo personale da quando ho 15 anni.

E’ sempre più forte la convinzione che i 4 giorni con Tony siano l’investimento più utile per me in quel momento per trasformare questo obiettivo in azione, in risultati.

E alla mia convinzione seguono i fatti:

durante la mia esperienza con Robbins, conosco le persone che da lì a qualche mese mi avrebbero aiutato ad avviare la mia attività, e prendo la decisione di creare Hi-Performance, che poi avrei fatto decollare insieme a mia sorella Mody!

(… altro che garage come per Bill Gates … giusto un fax per iniziare a lavorare).